Rosso Medardo
Rieuse
«Nulla è materiale
nello spazio» affermava efficacemente Rosso, quando cercava di definire
le esigenze profonde, del suo mondo poetico. Non intendeva negare valore
all'esperienza sensoriale, che anzi l'immedesimazione panica nella
natura è la molla di tutte le sue invenzioni. Significava piuttosto
opposizione ad ogni visione statica, ad ogni arbitraria definizione,
geometrica o plastica, che intaccasse la pulsante vitalità di tutto il
cosmo. Di tutte le sculture del maestro lombardo la Rieuse
è indubbiamente quella che più si accosta a certa cultura
figurativa francese tra Degas e Rodin, soprattutto per l'aristocratica
icasticità dell'individuazione psicologica e per la risonante profondità
del colore. La scansione più squisitamente cromatica condiziona la
minor corrosione luministica.
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